La memoria incontra l’innovazione: il Trittico multimediale dedicato a Paul Celan emoziona gli studenti a Genova

A Genova, presso la Biblioteca Universitaria in via Balbi 40, la mattina del 24 gennaio del 2025 oltre centocinquanta studenti di cinque licei genovesi si sono immersi in un viaggio unico fra Storia, poesia e tecnologia. La Biblioteca Universitaria, con i suoi spazi in cui si percepiscono nitidamente sapienza, studio e silenzio, ha accolto il Trittico multimediale Sprich auch du, un’opera creata da Roberto Malini, Fabio Patronelli e Dario Picciau. Questa videoinstallazione è un tributo a Paul Celan, uno dei poeti più profondi e tragici del Novecento, sopravvissuto alla Shoah e autore di versi che hanno segnato la letteratura mondiale, rispondendo con grande forza alla domanda posta al mondo dal filosofo tedesco Theodor W. Adorno: “Si può fare poesia dopo Auschwitz?”.

L’evento, parte della rassegna Segrete – Tracce di Memoria, è stato concepito per il Giorno della Memoria 2025, offrendo una fusione senza precedenti di parola, suono e immagine. Gli studenti, accolti in piccoli gruppi, si sono lasciati trasportare dall’atmosfera sospesa e intensa del trittico, una creazione che utilizza intelligenza artificiale, pittura digitale e sound design per dare vita a una narrazione emotiva e coinvolgente.

La presentazione è stata aperta da Daniela Malini, docente ed esperta di storia della Shoah, che ha illustrato il significato delle opere e spiegato la poetica di Celan. “La sua poesia è un linguaggio che sfida il silenzio,” ha dichiarato, “che si confronta con l’indicibile e testimonia a beneficio dei giovani che la Memoria non ci offre conforto o redenzione, ma ci invita all’impegno in prima persona, proseguendo il lavoro educativo che da tanti anni svolgono i sopravvissuti”. Il risultato? Una sala rapita dall’intensità della proposta d’arte per la Memoria. Alcuni studenti trattenevano le lacrime, incapaci di staccarsi dall’energia del momento.

“La scelta della lingua tedesca – quella di Celan – amplifica il pathos,” spiegano gli autori. “I versi diventano un ponte tra passato e presente, un invito a riflettere sull’orrore della Shoah e sul valore della resilienza umana, ma anche sulle responsabilità che si assume chi entra in contatto con la catena di eventi oscuri, universali e terribili che accaddero negli anni delle persecuzioni perpetrate dai nazifascisti”.

La struttura dell’opera si ispira al trittico, forma classica dell’arte sacra e profana. Ogni pannello racconta una parte dell’esperienza umana legata alla Shoah e alla memoria collettiva. Daniela Malini ha fornito ai ragazzi alcuni elementi utili a comprendere l’opera. Nel pannello centrale la voce di Celan, ricreata attraverso algoritmi, emerge in una Fuga di morte declamata dalla fine all’inizio, risalendo dall’orrore verso una dimensione di memoria eterna e assetata di luce. Le immagini digitali evocano emozioni e frammenti di umanità perduta. Il pannello di sinistra presenta un canto struggente, creato da Fabio Patronelli, che vibra tra ricordanza e annientamento, fra cultura e perdita di ogni conquista di civiltà. È un lied che si dissolve nel tempo, lasciando un segno indelebile nell’animo di chi ascolta. Il pannello di destra è una rappresentazione della memoria incarnata in figure femminili – Margarete, Sulamith… – simboli di vita e di dolore estremo. Le loro voci e immagini si intrecciano in un flusso che invita alla riflessione profonda.

Gli autori – Roberto Malini, Fabio Patronelli e Dario Picciau – sono tra i pionieri dell’uso di intelligenza artificiale e tecnologie digitali nell’arte memoriale. “Non volevamo solo commemorare, ma creare un dispositivo attivo per la memoria. L’arte deve sfidare l’indifferenza e trasformarsi in un ponte verso la consapevolezza,” spiegano, fieri del coinvolgimento nelle atmosfere del trittico da parte di tanti studenti

La tecnologia è stata utilizzata per generare immagini, voci e suoni capaci di creare un’esperienza multisensoriale. “La voce di Celan – generata con l’AI – attraversa lo spazio come un messaggio in una bottiglia, capace di risuonare oltre il tempo,” aggiungono.

La scelta della Biblioteca Universitaria non è casuale. Situata nel cuore di Genova, a due passi dalla stazione Principe, è un crocevia di saperi e memorie. Le sue ampie sale e la luce che filtra tra gli scaffali offrono una cornice perfetta per un’opera che attraversa la Storia del Novecento come una freccia elettrica nel fitto dell’ombra.

Gli studenti hanno lasciato la sala in silenzio, con volti pensierosi. “Non avevo mai vissuto niente di simile,” ha confessato una studentessa, turbata, ma coinvolta nei valori della Memoria. “Ti entra fin nel profondo dell’anima, ti costringe a farti tante domande”.

L’opera continuerà ad essere esposta fino al 28 febbraio 2025, dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 18:00. Dopo aver osservato e ascoltato, il Trittico multimediale, oggi i ragazzi hanno assistito all’interessante conferenza Auschwitz 1945-2025: la Storia rende liberi.

Come ha rilevato Daniela Malini, Sprich auch du è più di un’opera d’arte. È un invito a parlare, a ricordare, a non separare mai il No dal Sì, come scriveva Celan. In un mondo che lotta contro odio e oblio, questa videoinstallazione si pone come un faro di resistenza culturale e umana. Nel segno della Memoria, della poesia e del suo indimenticabile autore Paul Celan.

Nelle foto, il Trittico e alcuni studenti di fronte a esso