CATANIA. Si potrà scoprire l’Anfiteatro “nero” di notte, quando sarà illuminato come mai è stato prima; ma anche i codici miniati, corali e erbari secchi dei monaci in una biblioteca secolare; visitare lo studio d’artista lasciato immobile nel tempo da vent’anni; entrare in un calzaturificio e uscire in un teatro; camminare nelle terme romane. Questa settima edizione delle Vie dei Tesori a Catania – cinque weekend, sempre sabato e domenica dal 5 ottobre al 3 novembre – ha messo insieme alcuni siti inediti, anche abbastanza insoliti e li ha uniti a luoghi che sono stati invece particolarmente richiesti dal pubblico, ormai affezionato, del festival.
“Catania guarda al suo passato per proiettarsi verso un futuro migliore. E le opportunità veramente uniche organizzate con Le Vie dei Tesori, penso vadano in questa direzione” dice il vicesindaco Paolo La Greca mentre Paolo Di Caro, direttore alla Cultura del Comune di Catania, sottolinea come “l’anfiteatro romano dalla sua apertura di giugno, è stato visitato da oltre 13 mila persone. Con il festival lo faremo anche di notte. Non è solo destagionalizzazione, ma turismo 24 ore al giorno”.“Sarà una città che si apre tutta, la racconteremo di giorno e di notte; con i suoi monumenti, i luoghi del lavoro e dell’arte – dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – con centinaia di ragazzi delle scuole che affiancheranno giovani esperti del patrimonio. Quelle di Vie dei Tesori non sono mai soltanto visite, ma confronto con qualcuno che ci mette sul serio in contatto con i luoghi”.
Riparte quindi il festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola e che quest’anno è diventato maggiorenne: era il 2006, infatti, quando nasceva
la prima edizione a Palermo, dieci luoghi del tutto inattesi in seno all’Università. Da lì in poi il festival Le Vie dei Tesori ha aumentato i suoi visitatori anno dopo anno, si è allargato a tutta l’Isola, ha raggiunto numeri importanti e ha dovuto fare i conti con la pandemia, ma è stato tra le pochissime realtà italiane a non fermarsi mai, ridisegnando ciascuna visita. Nel 2023 il festival ha raggiunto le 250 mila presenze in 17 città, con una ricaduta economica sul territorio che ha superato sette milioni e seicentomila euro. Catania lo scorso anno ha avuto un exploit e ha superato i 18 mila visitatori con una ricaduta economica sul territorio di oltre 542 mila euro. Dopo aver ammirato i Borghi dei Tesori a maggio scorso, e dopo aver chiuso la prima tranche in dieci città (un grande successo di visitatori tra Enna e Leonforte, Trapani, Mazara e Alcamo, Bagheria, Termini Imerese, Corleone, Messina e Caltanissetta), le Vie dei Tesori da sabato prossimo (5 ottobre) a domenica 20 ottobre partiranno alla scoperta di altre sei città (Sciacca, Ragusa e Scicli, Noto, Carini, Marsala); Catania ha invece la stessa durata di Palermo, cinque settimane. Un festival che costruisce reti, con Unicredit come main sponsor (alla presentazione in Comune a Catania, ha partecipato Sandro Leone, responsabile Area retail) e l’USR (Ufficio Scolastico Regionale) che collabora alla formazione di oltre 1600 giovani durante i due mesi di festival in tutta la regione. |
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Una rassegna che ha saputo creare sinergie e dialogo con Istituzioni dello Stato, Regione, atenei, comuni, Diocesi, gestori privati, proprietari di palazzinobiliari,senza sottolineare titolarità: il visitatore scopre e ama un luogo, non si chiede a chi appartiene; un festival che ha portato la cultura e la curiosità fuori dai siti istituzionali e dagli atenei, seminando conoscenza; ed è ormai diventato un format rodato, studiato nelle università, confermato nel calendario biennale degli eventi di grande richiamo turistico della Regione Siciliana. Riaccoglie anche il progetto satellite Terre dei Tesori: si potranno scoprire cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
IL PROGRAMMA DI CATANIA. Si andrà per terme antiche, chiese nascoste, palazzi nobiliari, collezioni inattese, atelier d’artista, biblioteche che racchiudono incunaboli e cinquecentine. Molti luoghi sono tornati a grande richiesta, nel programma costruito per il terzo anno da Alessandra Fabretti, realizzato con la collaborazione del Comune, della Diocesi e del Parco archeologico di Catania e Valle dell’Aci. Le visite partiranno proprio da uno dei tesori riconsegnati da poche settimane alla città, quell’anfiteatro “nero” che era negato e invece da giugno riaccoglie turisti e catanesi (già 13mila presenze): per Le Vie dei Tesori, si potrà anche visitare di notte, con una prospettiva inedita visto che per la prima volta, sarà tutto illuminato. E sarà uno spettacolo anche la salita in notturna alla chiesa di San Nicolò l’Arena, con il camminamento che chiude la scala a chiocciola di 141 gradini. Tra i siti nuovi di zecca, la meraviglia della biblioteca Ursino Recupero che conserva il patrimonio immenso di 290 mila volumi delle congregazioni e monasteri soppressi. Poi i musei-gioiello: il MUSCA, una piccola raccolta nel cuore della città dedicato alle antiche carrozze e ai finimenti, nata nell’Istituto per l’incremento ippico che ha raccolto l’eredità del Regio Deposito Stalloni creato nel 1884 dall’allora Ministero della guerra per preservare la razza dei purosangue; il Museo etnoantropologico Panascia, anche in questo caso nato dalla passione di un privato, Arturo Panascia per gli attrezzi da lavoro del mondo contadino: migliaia di oggetti che un tempo avevano una funzione e oggi sono dimenticati. E infine la sorpresa divertente per grandi e piccini, il LUDUM il museo della scienza dove vi perderete in cento esperimenti scientifici interattivi, un insettario e un planetario; e dove si applicano le leggi della fisica … alla vita quotidiana.
Un percorso a parte è quello che intercetta alcuni STUDI E ATELIER D’ARTE veramente sui generis. Si parte dalla casa-museo di Jean Calogero, strano e non conosciutissimo pittore (il vero nome era Giovanni Calogero) le cui opere oniriche e colorate piacquero a Liz Taylor, Gregory Peck o Gary Cooper. E la sua casa di Aci Castello è già uno spettacolo, visto che è esattamente come l’ha lasciata il pittore scomparso vent’anni fa. Si visita l’Atelier Lo Studio dove cinque artisti condividono spazio e idee: Simona Puleo, Claudia Corona, Elisa Cucinotta, Marinella Riccobene e Gabriele Raimondo. Riapre le porte il sogno d’arte di Carmelo e Ileana Mendola, artisti e scultori, padre e figlia che hanno creato una casa-museo che è un Bignami dell’arte e della cultura del secolo scorso. Non è uno studio d’arte, ma una collezione privata, che la scorsa edizione aprì a sorpresa solo un weekend: la Fondazione Kalos apre al pubblico la sua collezione di antiquariato e di “piccole cose di buon gusto” raccolte da due appassionati professori universitari. Fuori porta, si potrà scoprire un parco naturale immenso popolato da sculture e installazioni di arte contemporanea a San Giovanni La Punta: è la Fondazione La Verde La Malfa.
Rieccoci in città: si potrà visitare la sede istituzionale per eccellenza, Palazzo degli Elefanti che cela affreschi settecenteschi, decorazioni barocche e opere d’arte. Ritornano i due antichi complessi termali nel cuore della città: le Terme dell’Indirizzo, resti di un complesso romano probabilmente del II secolo; e le Terme della Rotonda individuate dal principe di Biscari sotto una chiesa bizantina; l’Istituto Ardizzone Gioeni con il suo chiostro neogotico e una chiesetta con strani mosaici; la Società Storica Catanese (che conoscono solo i cittadini e neanche tutti) dove si scoprirà la “stanza dei re” con documenti dal 1816 al dopoguerra; l’ex Borsa Valori degli anni ’30, oggi Camera di Commercio. Ritornano anche la chiesa di Santa Maria di Gesù che è uno scrigno di preziose opere d’arte (la Madonna con bambino di Antonello Gagini e il trittico di Antonello da Saliba) e castello Ursino costruito da Federico II che ha resistito ad ogni calamità; si visita il nuovo allestimento multimediale di cui è stato dotato il Museo Vincenzo Bellini ricordando che l’anno prossimo cadono i 190 anni dalla morte del musicista; alla Cappella Bonajuto vi parleranno di come Houel ne subì il fascino bizantino, nella cripta di Sant’Euplio, la storia del martire cristiano; poi palazzo Asmundo di Gisira divenuto un albergo di charme, Palazzo della Cultura restaurato; i rimandi sfacciati al Rinascimento fiorentino di Palazzo Scuderi Libertini (sempre tra i siti più visitati). Poi c’è l’ex industria delle calzature EGA, 850 metri quadrati, su tre livelli in stile Decò, che nasconde una bellissima sorpresa, 105 gradini e un passaggio segreto verso il teatro Dusmet e la chiesa bombardata e recuperata, del complesso San Filippo Neri dove si racconteranno della “suora senza testa”. Sali su e trovi Terrazza Agata, il belvedere sullo stesso complesso, dove leggere la mano di padre e figlio architetti, Carmelo e Salvatore Sciuto Patti.
Le mani d’oro fanno parte delle ESPERIENZE: quelle dei pupari storici, i Fratelli Napoli che racconteranno nel minuscolo teatrino Dusmet, l’amore tra il valoroso Uzeta e la bella principessa Galatea; quelle di mastro Alfredo Guglielmino che alla bottega Cartura ha creato un Cartour di impalpabili delicatezze di carta; quelle dei “pingisanti”, i decoratori degli scafi delle barche da scoprire in quell’universo a sé che sono i Cantieri Rodolico a Aci Trezza dove si potrà seguire anche un laboratorio di … uncinetto e i bimbi potranno scoprire gli ecosistemi marini. E visto che siamo in tema, sempre i piccoli spettatori potranno seguire un laboratorio della ceramista e arte terapeuta Elisa Cucinotta. Sull’Etna si sale per raggiungere Gjmàla, l’allevamento di dromedari (e tante altre bestie rare), dove vi spiegheranno perché questi “camelidi” stanno così bene da queste parti; oppure per scoprire Pedara dove all’azienda agricola Due Palmenti vi aiuteranno a riconoscere gli aromi e vi inviteranno a un déjeuner sur l’herbe. Senza contare che si andrà per mare veleggiando e guardando Ognina.
Una passeggiata partirà nei pomeriggi di sabato 5 e sabato 12 ottobre alla scoperta dei siti Art Decò e Liberty di Catania: dalle facciate dei cinema Diana e Odeon fino al giardino Bellini.
Nella vicina ACIREALE si ritornerà alla biblioteca Zelantea con il suo patrimonio di 250 mila volumi, incunaboli, manoscritti, edizioni rare; al Museo del Carnevale a cui è dedicata la festa più artigianale che esista, dove ogni singolo pezzo, maschera, calco, prevede la lunga opera dei maestri. Al Museo dedicato all’Opera dei pupi, vi spiegheranno che proprio i pupi di Acireale sono diversi sia dai catanesi (più alti) che dalle palermitani (più bassi). Si visiteranno opere e installazioni d’arte racchiuse nella mostra “De Intro” da Meraviglia Studio; o palazzo Martino Fiorini, tra affreschi e antichi cimeli di famiglia, fino alla terrazza che domina tetti e campanili. Un discorso a parte merita il sito archeologico di Santa Venera al pozzo con il complesso termale e le fornaci dove domenica 13 ottobre i bambini potranno imparare a modellare l’argilla come facevano gli antichi romani. E per chi vuole perdersi tra le nuvole, basta raggiungere l’arroccata ma affascinante Floresta, arroccata sui Nebrodi, dove vedrete che le tradizioni hanno ancora un valore.