Hemingway definì Lignano Sabbiadoro la florida d’Italia e amava la laguna che definisce una parte del perimetro della località friulana e che percorreva in barca, fermandosi spesso in un luogo speciale come la Bilancia di Bepi…
Hemingway arrivò a Lignano Sabbiadoro nel 1954 e questo passaggio è un’eredità importante per la località friulana (la cui fondazione risale al 1903), che lo scrittore definì la Florida d’Italia, colpito dal paesaggio e dalla visionarietà progettuale della nascitura Lignano Pineta.
E se Lignano non è solo mare, sole, sabbia dorata, divertimento, ma è anche cultura, lo deve a questo un visitatore d’eccezione, di cui il 2 luglio ricorre il 60° anniversario della morte: il premio letterario istituito dalla località friulana in suo onore, di cui è appena terminata la 37^ edizione, coinvolge ogni anno, infatti, prestigiosi nomi di caratura internazionale ed è uno degli eventi più attesi dell’anno.
L’arrivo a Lignano Sabbiadoro
Doveva esserci già caldo quando l’autore de Il vecchio e il mare, nell’aprile 1954, arrivò, appunto, a Pineta (Lignano occupa una penisola triangolare, delimitata dalle tre acque dall’Adriatico, della laguna di Marano e della foce del Tagliamento, e da est verso ovest si suddivide tra Sabbiadoro, Pineta e Riviera), in quella che era ancora solo un cantiere del visionario architetto Marcello D’Olivo, la meravigliosa e unica cittadina a forma di chiocciola che oggi tutti conoscono e che ospita edifici dall’architettura straordinaria, quali villa Mainardis, una delle costruzioni del ‘900 più importanti di tutto il Mediterraneo, anche per le sue forme circolari, perfettamente armoniche con l’impianto progettuale di D’Olivo.
Le foto d’epoca ritraggono il grande Hemingway mentre fa uscire la sabbia dalla sua scarpa in un panorama ancora senza nulla intorno: la laguna (https://www.turismofvg.it/Lagune/Laguna-di-Marano), così come il Tagliamento, era uno dei luoghi più amati, in cui amava andare a caccia di anatre selvatiche da canneti, pinete selvagge e isolotti.
Ernest Hemingway si recò più volte in Friuli e ne parlò nel un suo libro memorabile, Addio alle armi, che racconta, nella finzione romanzesca, parte della sua esperienza nella Prima Guerra mondiale. Il suo rapporto con queste nostre terre si rinsaldò nel corso degli anni grazie all’amicizia con la famiglia Kechler, che lo ospitò spesso nelle proprietà friulane e, appunto, nella nascente Lignano.
Ne scrisse anche in Di là dal fiume e tra gli alberi, romanzo friulano ancora oggi molto amato dal pubblico, legato anche una storia tutta friulana con la giovane Adriana Ivancic, la diciannovenne cugina di Kechler.
I luoghi legati allo scrittore
In memoria del suo passaggio Lignano Sabbiadoro ha dedicato a Hemingway un parco, dove era stato ipotizzato potesse avere una sua villa, proprio come fece Alberto Sordi: il parco è una bellissima area verde di Pineta in cui potersi rilassare o fare fitness, seguendo anche un percorso vita. All’interno di questo polmone verde sono stati creati anche sentieri per piacevoli passeggiate, aree per i più piccoli e un bellissimo spazio per spettacoli all’aperto.
E parlando di Hemingway, una zona del Parco è dedicata al ricordo della sua vita, con mostre fotografiche permanenti e scritti. Questo spazio ospita anche la Festa dei Fiori, che segna l’inizio della stagione estiva.
Forse meno noto alle cronache ufficiali, ma bellissimo e struggente nel suo essere rimasto pressoché intatto, quasi come quando lo scrittore lo frequentava, è un luogo come la Bilancia di Bepi, una grande bilancia da pesca, caratteristica di questa zona di dialogo tra più acque, immersa nel verde smeraldo liquido della laguna di Marano, alle foci del fiume Stella, riserva naturalistica straordinaria.
Attualmente gestita da Daniele, skipper con laurea in Tecnologie Multimediali, che ha girato il mondo ed è poi tornato nella bassa friulana, nipote del Bepi dei tempi di Hemingway, ha conservato inalterato lo stile del cottage in legno da cui si manovra la rete della bilancia ed è un piccolo angolo di pace, a un passo da tutto, ma fuori dal mondo.
Se si entra in una delle sue salette, le foto con dedica (a Bepi) di Hemingway sono ancora lì, così come quelle di altre celebrità dell’epoca, insieme un po’ di memorabilia a tema marinaresco, e per un attimo si respira l’atmosfera di quel periodo di rinascita e sogno: “For Giuseppe Ciprian from his friends Mary and Ernest Hemingway” recita lo scritto autografo, datato 6 agosto 1954. E sotto, sulla stessa foto, c’è un’altra dedicata, fatta però a Daniele, da un parente dello scrittore. Amicizia a distanza e continuità, piccoli miracoli che ogni tanto succedono e rendono ancora più speciali i luoghi e le storie.
La bilancia era uno dei luoghi del cuore dell’autore e lo era anche per Giuseppe, ristoratore di Latisana, che l’aveva costruita come un piccolo rifugio di relax e svago e per fare festa con gli amici, non lontano da dove aveva il suo casone, la costruzione fatta di canne, caratteristica di quest’area lagunare, usata come ricovero per i pescatori.
Il modo migliore per arrivare alla bilancia è da Lignano in barca, servendosi di uno dei servizi di trasporto offerti dalle piccole imbarcazioni a chiglia piatta che scorrono perfettamente sulla acqua bassa dello specchio lagunare. Ci si arriva anche in auto o in bici, ma la magia non è la stessa (va detto che in bici, attraverso la campagna, è quasi altrettanto bello).
Daniele ha voluto salvare questo piccolo tesoro pieno di storia e di memorie e dopo un lungo iter, perseguito con ammirabile testardaggine, ora serve uno dei fritti di pesce appena pescato più buoni di tutto il litorale. Nel giardino alle spalle della bilancia ha posizionato un food truck e insieme al fritto offre anche qualche primo squisito, sempre a base di pesce locale. Birra artigianale del territorio e un paio di etichette di vino sono l’accompagnamento perfetto! Dalla bilancia, proprio come faceva Hemingway quando andava a caccia in laguna, si può partire per esplorarne i canneti, gli isolotti e le barene. Deniele noleggia kayak e canoe e si possono anche prendere lezioni.