Taormina – La Sicilia, isola delle letterature, torna al centro del Mediterraneo rivendicando il suo ruolo di cerniera tra Oriente e Occidente. La partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Taobuk è un potente messaggio di riaffermazione della centrale valenza storica e geopolitica della Sicilia, tanto più nello slancio della ripartenza globale postpandemica.
Il festival renderà omaggio al Capo dello Stato, che presenzierà alla celebrazione del centenario dalla morte di Giovanni Verga, uno dei padri della letteratura europea, con una riflessione sul ruolo del Sud – e della Sicilia – come epicentro culturale: finestra e crocevia di mondi.
La XII edizione di Taobuk – Taormina International Book Festival (16-20 giugno) ha in calendario l’importante appuntamento per sabato 18 giugno alle ore 18 in Piazza IX Aprile, dove avverrà l’inaugurazione dell’installazione Le farfalle dei Malavoglia, cancellatura concepita da Emilio Isgrò appositamente per il festival, e realizzata con il supporto della Fondazione Sicilia. Mentre nell’attigua ex Chiesa di Sant’Agostino sarà esposta la selezione di opere di Isgrò, Le Sicilie. All’evento, dal titolo emblematico L’isola delle Letterature al centro del Mare Nostrum, interverranno l’ideatrice e direttrice di Taobuk Antonella Ferrara, il maestro dell’arte della cancellatura Emilio Isgrò, lo scrittore Paul Auster, uno dei giganti della letteratura contemporanea, e il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi.
“Siamo onorati di accogliere il Presidente – sottolinea Antonella Ferrara – in una città come Taormina che nel suo genius loci porta l’eredità immateriale di culture sedimentate. Questo è il senso profondo di un festival letterario come Taobuk: rivendicare la centralità non solo geografica ma culturale della Sicilia, con le sue tre punte rivolte a tutti i continenti. Non frontiera ai confini del mondo, dunque: ma punto di contatto, finestra aperta dal respiro europeo. Dove la letteratura possa portare non consolazione, ma speranza e nuove energie”. L’anniversario di Verga, autore che nell’asprezza del suo affresco sul ciclo dei vinti racconta la rassegnazione, cruda fotografia della società di quei tempi e specchio del nostro presente, diventa qui l’occasione per una trasformazione. L’installazione di Emilio Isgrò Le farfalle dei Malavoglia cancella questo senso di rassegnazione. Per trasformarla e tenderla verso scambi e contaminazioni, che sono poi la cifra del festival, a sancire il legame tra la Sicilia e il resto del mondo. La cancellatura non è rimozione, per il maestro siciliano nato a Barcellona Pozzo di Gotto, pittore e scultore di fama planetaria, noto per aver cancellato testi apparentemente inviolabili, dalla Divina commedia ai Promessi sposi alla Costituzione: ma è rimettere in discussione qualcosa per riaffermarla. Con più forza e con più significati. A fare da ideale prosecuzione del percorso, dunque, sabato 18 giugno verrà presentata anche la sua selezione di opere Le Sicilie all’interno della ex Chiesa di S. Agostino: una preziosa esposizione che è come un piccolo circolo di racconti ritrovati. Cancellare i luoghi per ricordarli meglio: “La cancellatura – spiega infatti Emilio Isgrò – non è quell’atto distruttivo che si pensa. È un dire no per poter dire un sì alle cose che contano, è un elemento di riflessione”. Sfrangiare i contorni dell’isola, dunque, è come disegnare un orlo più ricco, più vivo: la Sicilia cancellata torna a essere una terra vergine, da riscrivere e ri-abitare.
All’artista siciliano – che sarà premiato con il Taobuk Award durante la serata di gala di sabato 18 giugno al Teatro Antico di Taormina – è dedicato il format inedito Fuori cornice, a cura di Roberta Scorranese e Antonella Ferrara, con la collaborazione di Marco Bazzini e il supporto della Fondazione Taormina Arte Sicilia. Giovedì 16 giugno alle 18, in Piazza IX Aprile, si aprirà con una conversazione con l’artista dedicata agli studenti dei Licei e delle Università. Venerdì 17 giugno alle 10 all’Hotel Villa Diodoro, Isgrò dialogherà con la storica e giurista Eva Cantarella, per uno scambio che sconfinerà dall’ambito artistico. Sabato 18 giugno alle 15, a Palazzo Duchi di Santo Stefano, con l’italianista, critico letterario e saggista Antonio Di Grado, il maestro racconterà anche del suo Autocurriculum, un’autobiografia che procede per vuoti e salti, e contiene anche una sorta di testamento artistico: «In realtà non volevo diventare un pittore, né restare per sempre un letterato inossidabile. – scrive Isgrò – Chiunque altro, lacerato dal dubbio, sarebbe andato di corsa dallo psicanalista: io mi curai da solo, cancellando insieme le parole e le immagini. E diventando così un cancellatore a tempo pieno. Fuor di metafora, per uscire definitivamente dalla logica delle avanguardie, realizzai il gesto che le stesse avanguardie non avevano osato».