Ma il Covid è di destra o di sinistra? Lezione fiorentina, e non solo

Immaginiamo masse di persone che si stanno ponendo questa domanda come fosse l’amletico “essere o non essere”: il covid è di destra o di sinistra?
Alcuni strampalati personaggi e gruppi, da destra e da sinistra, di sopra o di sotto, ci dicono che ci sarebbe una sorta di piano strategico per la conquista o il controllo del mondo *. Ma parte questi, se osserviamo quelli che ufficialmente dovrebbero anche rappresentarci nelle istituzioni e nell’associazionismo, c’è da “ringraziare” il Covid che ci sta facendo capire meglio la natura umana.
Prendiamo un caso fiorentino di oggi.

Secondo Palazzo Vecchio sarebbero in tanti che, fatto il loro acquisto da asporto da ristoratori al dettaglio, si fermano davanti agli stessi locali e consumano anche conversando con altre persone. Il Sindaco della città gigliata ha fatto un’ordinanza: vietata ogni forma di consumo entro 50 metri da dove si è fatto l’acquisto. Confesercenti (area sinistra), Confommercio (area destra) e Fratelli d’Italia (destra) si fanno sentire: così ci danno la mazzata finale dicono le associazioni di categoria; non è vero che ci sono gli assembramenti dicono da Fdi (che sono all’opposzione in Comune e in Regione).
Quello che il governo e il Parlamento non sono riusciti a fare per la gestione nazionale della crisi (qualcosa tipo un governo di unità nazionale), è invece riuscito a chi non è al governo nazionale: destra e sinistra unite nella lotta contro le ordinanze.

Siamo andati a farci un giretto per la città ed abbiamo constatato che, mediamente, davanti ad ogni bar ci sono persone ferme che, ovviamente con la mascherina abbassata, sorbiscono il caffè e conversano tra di loro. E quindi hanno ragione alcuni contestarori dell’ordinanza che sostengono che il “ristretto” e non solo, se te lo bevi dopo 50 metri - d’inverno poi - è una ciofeca? E’ vero, confermiamo che è una ciofeca. 
Ma non è questo il punto. Che l’espresso da asporto, senza le labbra che toccano la calda (al punto giusto) tazzina, sia sempre stato una ciofeca, non è una novità. Quindi il punto è che se qualcuno vuole farsi male prendendo un espresso da asporto, che se lo beva senza creare pericoli per sé e per gli altri, e non ci rompa. Al bar si possono prendere paste e salati che, anche se portati a casa o in ufficio, sono sempre buoni. Occorre ficcarsi in testa che espresso, succo di frutta, spuma e tutto quello che siamo abituati a prendere al banco, ora non si può fare. E se non lo facciamo non stiamo male noi e il danno economico del bar fa parte del gioco che stiamo giocando per cercare di farci meno male tutti, baristi inclusi. 
“Eh, allora è vero che ce l’hanno con noi baristi...”, dirà sicuramente qualche barista e le sue associazioni di destra e di sinistra. E gli rispondiamo: “non ce l’hanno coi baristi, ma sta di fatto che gli assembramenti (pericolosi per il covid) si registrano davanti ai bar e non davanti alle gioiellerie… o no?”.
Da qualche parte bisogna bloccare l’epidemia che, se è dovuta ai contatti umani, non è che ci sono tante altre strade, o no?

Chiarito questo, possiamo asserire con certezza che il covid non né di destra né di sinistra, ma è “solo” covid. Mentre destra e sinistra continuano ad esistere per ipotizzare e realizzare due diverse società ed economie. E in questi schieramenti ci sono gli emuli di uno e dell’altro che, talvolta, pur di farsi notare e cercare consensi (non importa se razionali o meno) dicono quel che gli sembra più opportuno per procacciarseli.
Per questo non possiamo non esclamare: grazie covid, ci stai facendo capire tante cose della vita e della politica.


* in merito ne abbiamo sentito delle belle anche da parte di Radio Maria (https://radiomaria.it) anche se ci rendiamo conto che, rispetto a cristiani e cattolici, rappresenta un fenomeno a sé.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc