Medicina rigenerativa, in 10 anni +50% interventi

Dalle rughe alla perdita di tono cutanea, dalle palpebre rilassate alle occhiaie, oggi la medicina rigenerativa può aiutare anche chi vuole sottoporsi a trattamenti di medicina estetica.

Le applicazioni sono molte e l’impiego di materiali biologici avanzati come il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) o di tecniche come il lipofilling con cellule staminali adipose consente di rigenerare e ringiovanire i tessuti, con buoni risultati che hanno fatto ‘lievitare’ la richiesta di trattamenti di medicina estetica rigenerativa: negli ultimi anni sono cresciuti di almeno il 50%, con circa 30 mila procedure nel 2021, stando alle stime diffuse durante il 70° Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE), a Napoli dal 6 all’8 ottobre.

Gli esperti però richiamano alla cautela e in un simposio interamente dedicato all’etica in medicina estetica e ai rischi connessi a internet e social sottolineano come sia importante rivolgersi a specialisti qualificati e rifuggire da chi, sull’onda dell’entusiasmo per queste nuove tecniche, le applica in modo improprio facendo correre rischi ai pazienti. Proprio per aiutare i cittadini a identificare medici estetici competenti, gli esperti SICPRE hanno appena diffuso le 5 regole per riconoscere di chi ci si può fidare per un trattamento estetico.

 

Per medicina rigenerativa si intendono numerose procedure che hanno in comune la capacità di stimolare l’attività metabolica dei tessuti e quindi favorirne un ringiovanimento”, spiega Francesco D’Andrea, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Plastica ed Estetica del Policlinico Federico II di Napoli e presidente del congresso SICPRE. “Può essere perciò applicata per contrastare l’invecchiamento di pelle e tessuti, per ‘riempire’ i volumi che perdono tono o per rimodellarli, con risultati anche molto buoni se viene usata nel modo corretto: questo ha portato la medicina rigenerativa a diventare la nuova frontiera dell’estetica e a essere molto diffusa, ma anche a impieghi impropri da parte di chi non ha le competenze necessarie e/o sufficienti a gestire i pazienti. Anche l’assenza di una chiara normativa in merito, a cui per esempio la Regione Campania sta cercando di ovviare con l’istituzione di un tavolo tecnico regionale ad hoc sulla medicina rigenerativa, ha favorito una diffusione tumultuosa delle tecniche nel settore estetico: non ci sono numeri certi, ma si stima che il ricorso a questi approcci sia in continuo aumento e sia cresciuto di almeno il 50% negli ultimi 10 anni, con il ‘record’ toccato nel 2021 con circa 30 mila procedure di medicina rigenerativa. Il rischio, rivolgendosi a chi non ha le competenze per erogare trattamenti che sono in tutto e per tutto prestazioni mediche, è andare incontro a eventi avversi e complicanze che possono essere anche gravi, se per esempio gli interventi non vengono condotti in condizioni di sicurezza”.

 

Sotto accusa anche il passaparola social: un intero simposio del Congresso è dedicato proprio all’etica in medicina estetica e alla necessità di contrastare il fenomeno per cui la pubblicità sui social diventa un’’esca’ sufficiente per attirare pazienti anche da parte di chi non ha le qualifiche adeguate.

 

Gli interventi di medicina rigenerativa estetica sono pratiche mediche e soprattutto devono essere necessariamente personalizzate per poter dare i migliori risultati”, riprende D’Andrea. “Perciò è indispensabile diffidare di chiunque proponga sempre a tutti lo stesso tipo di trattamento o ne abbia a disposizione uno soltanto, buono per qualunque richiesta: la medicina rigenerativa estetica è un approccio in cui è necessaria una personalizzazione estrema, indispensabile per esempio quando si va a estrarre tessuto adiposo da specifiche aree del corpo per procedere a un lipofilling in un’altra zona, strategia che rende evidentemente essenziale un attento studio del singolo caso. Questo indispensabile elemento da valutare per sottoporsi in sicurezza a trattamenti di medicina rigenerativa estetica rientra fra le 5 semplici regole stilate dagli esperti SICPRE per aiutare il cittadino a riconoscere i professionisti a cui affidarsi in serenità, di cui fa parte per esempio anche l’invito a non farsi attirare dai prezzi eccessivamente bassi: si tratta di trattamenti che richiedono professionisti, materiali e strutture dove avviene la somministrazione che non possono essere a basso costo, pena uno scadimento pericoloso della qualità delle prestazioni. Si tratta di poche e semplici indicazioni, essenziali però per evitare di finire nelle mani sbagliate per trattamenti che non sono una panacea a zero rischi, ma vere e proprie procedure mediche”.

 

Le 5 regole per riconoscere il professionista ‘giusto’ in medicina estetica:

 

  1. È uno specialista in chirurgia plastica ed estetica, meglio ancora se socio di una Società scientifica di riferimento nel settore
  2. Eroga i trattamenti in strutture certificate, che rispondono a requisiti di sicurezza e igiene adeguati e non in studi ‘di fortuna’
  3. Non propone lo stesso trattamento per qualsiasi indicazione e a tutti i pazienti e non offre un solo tipo di strategia, ma personalizza gli interventi in base al singolo caso
  4. Non offre prezzi troppo bassi perché è un professionista competente, sceglie materiali di qualità e opera in strutture che implicano costi di gestione non irrisori
  5. Non si ‘vende’ su internet o sui social pubblicizzando risultati miracolosi