Perché celebriamo l’8 marzo? Un viaggio tra le origini della Giornata Internazionale della Donna partendo dai diritti delle donne e arrivando al fiore della mimosa

L’8 marzo è una data simbolica per la lotta delle donne per i propri diritti e per l’uguaglianza di genere in tutto il mondo. Ma qual è l’origine di questa importante ricorrenza? Perché abbiamo scelto proprio questa data per celebrare la Giornata Internazionale della Donna? Perché si è scelta la pianta di mimosa per rappresentarla?

Grazie agli autori di Edendeifiori.it faremo un viaggio alla scoperta delle origini di questa festa, tra storia e leggenda,  per comprendere come si è evoluta nel tempo fino a diventare una delle celebrazioni più significative per le donne in tutto il mondo. Scopriremo i personaggi chiave, gli eventi storici e le vicende che hanno portato alla nascita di questa festa universale.

8 marzo: la Festa della donna tra storia e leggenda

La Giornata Internazionale della Donna ha una storia incerta tra realtà e leggenda. Una leggenda racconta che la festa abbia avuto origine per rendere omaggio alle operaie morte in una strage avvenuta l’8 marzo del 1908 nella fabbrica Cottons di New York. Tuttavia, non esiste alcuna traccia documentaristica di questo evento, come hanno dimostrato le femministe Tilde Capomazza e Marisa Ombra nel 1987.

La leggenda della Cottons comparve per la prima volta nel 1952 sul settimanale bolognese “La lotta”. In ogni caso, un tragico incendio si verificò effettivamente a New York, ma tre anni dopo la data leggendaria. Il 25 marzo 1911, un incendio divampò all’interno della Triangle Shirt Waist Company a Manhattan, uccidendo 146 lavoratori, tra cui numerose giovani donne tra i 13 e i 22 anni. Molti rimasero intrappolati all’interno dell’edificio e bruciarono vivi, mentre altri furono costretti a saltare dalle finestre per cercare di salvarsi. Le operaie erano sottoposte a turni di lavoro massacranti e mal pagati in un’azienda di proprietà di Max Blanck e Isaac Harris, che produceva camicette da donna.

L’idea di istituire una festa per le donne nacque negli Stati Uniti nel febbraio del 1909, su iniziativa del Partito Socialista americano. Nel 1910, la politica tedesca Clara Zetkin (foto a destra) propose di celebrare la festa durante l’VIII Congresso dell’Internazionale Socialista a Copenaghen. Zetkin dedicò la vita alla lotta per l’emancipazione femminile e teorizzò la liberazione delle donne dalla sudditanza maschile come parte fondamentale dell’emancipazione del proletariato. Tuttavia, fino al 1921, i singoli Paesi scelsero date diverse per la celebrazione della Giornata.

 

Solo nel 1921, a Mosca, la Seconda conferenza delle donne comuniste decise di rendere ufficiale la data dell’8 marzo come Giornata Internazionale dell’Operaia, in ricordo della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo nel 1917. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso il 16 dicembre 1977 di invitare tutti gli Stati membri a dichiarare un giorno all’anno come “Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti delle Donne e per la Pace Internazionale”. In questo modo, l’ONU ha voluto sottolineare l’importanza della lotta per i diritti delle donne e per la pace nel mondo, invitando tutti i paesi a celebrare questa festa in modo uguale e universale.

 

In Italia, la festa ha cominciato ad essere celebrata a partire dal 1922, ma ha preso veramente piede solo nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia ha iniziato a festeggiare l’8 marzo nelle zone del paese già liberate dal fascismo. Solo nel 1946, per la prima volta, tutta l’Italia ha commemorato la Giornata, scegliendo la mimosa come simbolo.

Festa della donna: la mimosa e il suo significato universale di rinascita e speranza

La festa della donna ha come simbolo universale la mimosa, un fiore che rappresenta la rinascita e la speranza. Ma chi ha avuto l’idea di adottare proprio la mimosa come simbolo? Il merito va alla partigiana e Madre Costituente, Teresa Mattei, nome di battaglia Chicchi.

Nel 1946, quando si decise di istituire la prima Festa della donna l’8 marzo successivo alla conquista del voto alle donne, Teresa propose di adottare un simbolo che rappresentasse le donne. Dopo varie proposte, come le violette o l’orchidea, bocciata per la sua rarità e il suo costo elevato, Teresa suggerì la mimosa. Secondo la sua opinione, il fiore della mimosa rappresentava perfettamente l’unione delle donne attraverso tutti quei piccoli fiori che lo compongono. Per convincere chi era ancora scettico sulla scelta del fiore, raccontò una leggenda antica secondo cui l’albero della mimosa sarebbe nato dal sacrificio di una giovane donna con una grande chioma d’oro, proprio come il colore del fiore stesso.

L’adozione della mimosa come simbolo della Festa della donna, un fiore che sboccia proprio ai primi di marzo e che si trova anche nei campi, ha dato voce soprattutto ai più deboli della società: i poveri e le classi meno abbienti escluse ed emarginate. Non solo simbolo dell’emancipazione femminile, ma anche emblema di una società in rinascita dopo la tragedia della guerra e in rapido mutamento attraverso ideali di libertà e uguaglianza. La mimosa, un fiore povero ma forte, ha rappresentato la bellezza e la forza delle donne unite nella lotta per l’uguaglianza di genere e ha simboleggiato la speranza di una società più giusta e inclusiva per tutti.

 

Teresa, ormai molto anziana, non smetteva mai di commuoversi quando ricordava la scelta della mimosa come simbolo della Festa della donna. Era felice quando vedeva le ragazze scambiarsi i fiori gialli delle mimose l’8 marzo, perché pensava di non aver vissuto invano. Per lei, la scelta della mimosa rappresentava la bellezza e la forza delle donne unite nella lotta per l’uguaglianza di genere, un simbolo universale che avrebbe dovuto continuare ad ispirare le future generazioni di donne. Per Teresa, la mimosa era diventata un simbolo di speranza e di rinascita, un fiore che rappresentava la bellezza della vita e della lotta per la giustizia sociale.