Bankitalia ci fa sapere che l’80% delle famiglie spende meno per bar, ristoranti, alberghi, abbigliamento rispetto a prima della pandemia (1). Un’Italia che sembra diversa da quella che ci è stata narrata in questi ultimi mesi con l’allentamento dei divieti di mobilità, soprattutto per le vacanze: periodo che per gli italiani è intoccabile quanto la mamma.
Comportamento che comunque, in soldoni, va valutato considerando anche che il cosiddetto carrello della spesa (cura della casa e della persona) ad agosto ha registrato +0,8%, e i prezzi dei prodotti più ad alta frequenza +2,5%, in un contesto di crescita inflattiva che non si vedeva dal 2013 (2).
Non sappiamo, quindi, se si tratta di consumatori più poveri, tirchi, introversi, diffidenti o asociali.
Che molti non stiano bene, anche economicamente, a causa della pandemia, non è una scoperta (3). Ma che questi molti siano l’80% cambia la situazione. E non si tratta solo della differenza tra realtà e percezione della stessa. 80% è roba!
In attesa che lo Stato ci aiuti a comprendere meglio cosa accade, e che Governo e legislatore siano all’altezza per la diffusione del benessere e della felicità, ci resta solo da navigare a vista!|
1 – https://www.aduc.it/notizia/meno+alberghi+bar+ristoranti+80+famiglie+bankitalia_138196.php
2 – https://www.aduc.it/notizia/carrello+della+spesa+inflazione+crescita+istat_138180.php
3 – Come non è una scoperta che le differenze economiche tra consumatori sono maggiori: i garantiti dallo Stato (nostri soldi) e grandi aziende che hanno cavalcato il mercato in pandemia e i non-garantiti (tutti gli altri, diversi dei quali in rovina). E relativi conflitti socio-economici che ne derivano.
Vincenzo Donvito, Aduc