RAGUSA – Abbracci, sguardi, gioco, emozioni e… il cuore a 1000. Ancora una volta una speciale partita di pallone giocata all’interno degli spazi della Casa Circondariale di Ragusa con protagonisti mamme, papà e figli che hanno atteso questo momento per andare oltre le sbarre e poter vivere una occasione di “normale” ma “straordinaria” attività di gioco insieme.
L’iniziativa “Partita con mamma e papà” è tornata per la seconda volta a Ragusa, ideata ed organizzata dall’associazione “Bambini senza sbarre” e in ambito locale resa possibile grazie alla collaborazione con l’associazione di comicoterapia “Ci Ridiamo Sù”, con “Medici per i Diritti Umani Ragusa” (MEDU) e con l’Ufficio diocesano per la pastorale carceraria. L’incontro coinvolge ogni anno molte strutture di reclusione e si inserisce nella campagna “Carceri aperte”, realizzata in collaborazione con il Ministero di Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e si disputa nell’ambito della campagna europea “Non un mio crimine ma una mia condanna” promossa da COPE (Children Of Prisoners Europe).
Una giornata ricca di emozioni, quella che si è svolta mercoledì scorso, che è volta a garantire il legame tra figli e genitori detenuti e “sensibilizzare sul tema dell’inclusione sociale e delle pari opportunità per tutti i bambini”. Sono 100 mila in Italia i figli di genitori detenuti (2,2 milioni in Europa), bambini che spesso vivono la loro condizione in segreto e che sono a rischio emarginazione sociale, con maggiore probabilità di essere esclusi e stigmatizzati. Sorrisi e abbracci hanno colorato di emozioni la mattinata e chi ha fatto il goal della vittoria è sicuramente stato l’amore familiare. “Lo scorso anno – spiega Fabio Ferrito, clown dottore e presidente di Ci Ridiamo Su – Ragusa ha partecipato per la prima volta a questa importante iniziativa. È stata una sfida che grazie alla disponibilità della direzione, dell’area trattamentale e dell’area sicurezza della Casa Circondariale di Ragusa ha commosso tutti lasciando un grande messaggio di solidarietà e vicinanza.
Per questa seconda edizione abbiamo volutamente fortemente scendere in campo con “Medici per i Diritti Umani Ragusa” e l’Ufficio diocesano per la pastorale carceraria partendo dalla scritta sulle magliette utilizzate per La partita con mamma e papà «I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini». La partita è un momento dalle ricadute sociali importanti, di relazione vera per i bimbi insieme al papà e alla mamma; è ed è stato un momento di verità semplice di quelli che accadono nei cortili o in un giardino; e, infine, lancia un messaggio fuori di grande apertura, generoso e pulito. Si toccano livelli di emotività e di normale gioiosità tali da far scomparire i confini tra dentro e fuori tale da dare una visione diversa del carcere.
Tra un abbraccio e un passaggio palla, una risata e uno scherzo, tra giochi e bolle di sapone, è stata vissuta una giornata che rimarrà con gioia nei ricordi di tutti. Ne è convinta Rosa Noto, responsabile dell’area trattamentale della Casa Circondariale di Ragusa: “Un modo diverso e gioioso per stare insieme, genitori e figli, in assoluta allegria, giocando, in un incontro fatto di emozioni, ben diverso dalla fredda stanza in cui solitamente si svolgono gli incontri tra i genitori e i figli. E’ stato bello anche vedere, quest’anno, che a mettersi in gioco sono state anche le mamme”. Per lo psichiatra e psicoterapeuta Giuseppe Cannella di Medu, con lui anche vari volontari tra cui il mediatore culturale Sadibou Janneh, “questa iniziativa arricchisce tutti perché contamina le istituzioni penitenziarie portando dentro vita reale. Un contagio emozionale e relazionare che apre le carceri e porta dentro le emozioni”.