Vivere senza paura nell’età dell’incertezza

Al Meeting di Rimini Charles Taylor, Julián Carrón e Rowan Williams protagonisti di una mostra sull’irriducibilità dell’umano nell’epoca della secolarizzazione…

Rimini – Mettere a fuoco l’irriducibilità dell’umano che, anche nell’età secolare in cui viviamo, emerge con sorprendente evidenza. È questo l’obiettivo, complesso ma quanto mai affascinante e urgente, che anima una delle mostre più attese del XLII Meeting per l’amicizia fra i popoli: “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza. Charles Taylor, Julián Carrón, Rowan Williams”, presentata, con il sostegno di Prostand, nel Padiglione B3 della Fiera riminese.

L’età secolare in cui viviamo, segnata per molti versi da un senso di diffusa incertezza, si presenta come una grandissima opportunità per riscoprire la vera natura dell’io, la sua sete di verità, giustizia e bontà, e – al tempo stesso – l’originalità dell’avvenimento cristiano. E questa occasione si fa presente e coinvolgente nella dimensione dell’incontro, come racconta Alessandro Rovati, curatore dell’esposizione insieme a Samuele Busetto, Pia De Simone, Alessandra Gerolin, Kirsten Pinto Gfroerer, Aaron Riches, in collaborazione con Massimo Bernardini: «La mostra nasce da un inaspettato circuito di amicizie internazionali che, negli anni, hanno portato noi curatori ad incontrare e stringere rapporti con persone da tutto il mondo. Sono proprio questi incontri a tutto campo che ci hanno fatto imparare che l’altro è un dono e che sempre può cominciare un cammino insieme, senza che le cose su cui la si pensa diversamente diventino un ostacolo definitivo».

 

La mostra illustra un percorso conoscitivo, nel quale nessuna domanda attinente all’umano viene censurata. I riflettori vengono puntati sulla realtà: anche gli interrogativi più scomodi vengono accolti, senza paura, come fattori indispensabili di questa avventura umana. Come illustra infatti Rovati, «la nostra è un’epoca piena di ambiguità e contraddizioni. In un contesto del genere, noi cristiani siamo tentati o di abbandonare la novità del Vangelo per conformarci alla mentalità dominante o di usarla per difenderci da un mondo che percepiamo come ostile. La mostra, invece, guarda alle domande e sfide del nostro tempo non come dei nemici da combattere, ma come delle ferite da abbracciare per scoprire l’originalità del Cristianesimo».

 

Il racconto della mostra muove dalle riflessioni di tre illustri pensatori: Julián Carrón, docente di Teologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione; Charles Taylor, professore emerito di Filosofia, McGill University, Montreal, vincitore Premio Ratzinger 2019; e Rowan Williams, professore emerito di Pensiero Cristiano Contemporaneo, University of Cambridge, già arcivescovo di Canterbury. Le loro testimonianze, continuamente intrecciate a provocazioni, fatti e domande riguardanti il mondo contemporaneo, delineano così un percorso audio-visivo, nella modalità full immersion, composto da canzoni, testi, interviste, clip di film e serie TV, poesie, opere d’arte e immagini tratte dalla realtà contemporanea.

 

Alessandra Gerolin spiega: «L’idea di far ‘dialogare’ tre personalità di questa portata con voci di gente comune tratte dai social o appositamente intervistata, oppure con cantanti, rappers, spezzoni di serie tv, video tratti dai TG emerge dalla convinzione secondo la quale solo affrontando le sfide del tempo presente sia possibile raggiungere una certezza in merito alla fede cristiana». Per i curatori ciò si è rivelato «un cammino ricco di scoperte, nel quale la ricchezza dell’umano è emersa in tutta la sua irriducibilità: una fede realmente vissuta permette di guardare alla realtà contemporanea, segnata da moltissime contraddizioni, ferite e sofferenze, con uno sguardo carico di simpatia che ci permette di ‘avviare processi’ anche con chi inizialmente percepiamo come molto distante da noi».

Nelle parole di uno dei protagonisti della mostra, Julián Carrón, è un convincente invito a condividere questa esperienza: «Non ho mai percepito un rischio nell’entrare in rapporto con nessuno. Perché entrare in sintonia con persone incontrate per strada è sempre stata per me una possibilità, non un rischio, non un pericolo. Io penso che la secolarizzazione sia una grandissima opportunità prima di tutto per noi, non per rimproverare gli altri che non credono, ma per renderci conto di che cosa abbiamo fatto della Grazia che ci è capitata».

Regia: Giulia Sodi. Videoediting: Enrico Bettella. Videografica: Convertino & Designers. Ricerche audiovisive e musicali: Matteo R. Bernardini.