CLIMA: COMPLEANNO KYOTO, VICINO ESAME FINALE UE E ITALIA

Quello del 2012 è l’ultimo compleanno per il primo periodo di impegni del protocollo di Kyoto, in vista della ‘fase 2’ decisa all’ultima conferenza Onu di Durban. Il primo accordo ‘taglia-CO2’ del Pianeta festeggia il suo settimo anniversario dall’entrata in vigore, il 16 febbraio del 2005, con cui si avvicina l’esame di fine anno per Ue e Italia. Il tema caldo al centro dell’accordo, quello della riduzione delle emissioni di gas serra e quindi dei consumi energetici, è sempre sotto i riflettori anche in Italia, alle prese con l’emergenza freddo e la sua dipendenza energetica dall’estero.
Secondo i dati preliminari dell’Agenzia europea dell’ambiente, l’Italia è a quota -4,8% di Co2 , sull’obiettivo fissato da Kyoto del -6,5%, rispetto ai livelli del 1990 previsto dal protocollo.
Per quanto riguarda il target europeo, ‘sarà probabilmente superato, a oltre il 10%’ ha commentato il commissario Ue al Clima, Connie Hedegaard. Nonostante le emissioni europee di CO2, dopo il crollo legato alla crisi economica, siano tornate a salire nel 2010 (+2,4%), l’Ue ha già registrato un taglio del 15,5% dal 1990, mentre la sua economia da allora e’ cresciuta del 41%. Cio’ non toglie che se dovesse mancare il suo obiettivo, l’Italia rischia di ritrovarsi davanti alla Corte di giustizia europea e anche a pagare multe. Volendo fare un bilancio finale, qual e’ stato il valore del protocollo di Kyoto? Secondo Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf, ‘è stato il primo passo per avviare una riforma generale del sistema, anche se è ovvio che gli obiettivi di riduzione sono stati troppo modesti’. Inoltre ‘bisogna riconoscere – aggiunge l’esperta del Wwf – che non esiste forse nessuno strumento di governance internazionale che ha avviato un cambiamento così profondo e repentino a livello globale, come il protocollo di Kyoto. Oggi inizia la nuova rivoluzione industriale’ disse il Wwf il giorno in cui Kyoto entro’ in vigore, per poi rilanciare verso l’Italia il messaggio: ‘Nessuno resti indietro’. Invece l’Italia e’ rimasta indietro, perchè ‘mentre diversi paesi europei – spiega Midulla – hanno adottato strategie e politiche nazionali, noi quando usciremo dalla crisi ricominceremo a inquinare, ora invece la nuova economia si basa sulla decarbonizzazione’.