La Commissione ha detto ufficialmente sì agli emendamenti dell’Europarlamento alla sua proposta di rifusione della direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) che prevede obbiettivi di recupero stabiliti tra il 70% e l’80% a seconda delle tipologie, mentre gli obbiettivi di riciclaggio vanno dal 50% a un massimo del 75% per grandi elettrodomestici e distributori automatici. Si tratta di propositi che verranno distribuiti in una prima fase si attuazione che dovrà verificarsi entro 4 anni dall’entrata in vigore della direttiva, e una seconda fase a 7 anni dall’entrata in vigore. L’intento prioritario è quello di incrementare l’efficienza delle risorse e di garantire un trattamento appropriato dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche stabilendo nuovi obiettivi di raccolta allineati alle condizioni specifiche di ogni Stato membro. A questa finalità generale si accompagnano obiettivi secondari quale la riduzione degli oneri amministrativi inutili e quello di assicurare una più efficace applicazione delle norme. Obiettivi e scadenze temporali sono quelli raccomandati dell’Europarlamento insieme all’allargamento l’ampliamento del campo di applicazione della direttiva per integrarvi tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, oltre all’ipotesi di una revisione e dell’introduzione di eventuali esenzioni sei anni dopo l’entrata in vigore. I deputati hanno anche chiesto l’ adozione di criteri di semplificazione e armonizzazione in materia di registrazione e notifica, e l’introduzione di requisiti minimi per le spedizioni di apparecchiature usate, sospettate di costituire spedizioni illegali di rifiuti. E’ stata inoltre accolta la raccomandazione di prevedere la possibilita’ di adottare disposizioni transitorie per aggirare gli ostacoli incontrati da uno Stato membro nel soddisfare gli obiettivi di raccolta previsti a causa di circostanze particolari. Per quanto riguarda la fissazione di criteri di progettazione ecocompatibile dei prodotti, la Commissione accetta il suggerimento dell’Europarlamento volto a stabilire requisiti in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi della direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, in linea con la road map per un’ Europa efficiente nell’impiego delle risorse.
La Commissione ha accolto l’invito del Parlamento europeo e del Consiglio applicando un trattamento specifico ai nano materiali, materiali la cui dimensione e’ dell’ordine del miliardesimo di metro o milionesimo di millimetro, contenuti nei Raee. In questo contesto, la Commissione intende per nanomateriali quelli definiti nella propria raccomandazione 2011/696/UE. I rischi potenziali rappresentati da tali nanomateriali saranno determinati con gli strumenti previsti a tale scopo dalla legislazione appropriata, in modo da decidere se saranno necessari trattamenti specifici e la modifica dell’ Allegato VII. La ‘definizione comune’ di queste sostanze, adottata dalla Commissione europea anche nel contesto della direttiva Raee, pone le basi per un nuovo approccio per la gestione in sicurezza di questi materiali impiegati in centinaia di applicazioni e di beni di consumo, dai dentifrici alle batterie, alle tecnologie per la produzione di energia pulita, passando per le vernici e l’abbigliamento. Si definisce come nanomateriali un materiale naturale, accessorio o artificiale contenente particelle, in stato libero o sotto forma di aggregato o di agglomerato e nel quale, almeno il 50% di tali particelle nella classe di distribuzione numerica possiede una o più dimensioni esterne nella classe di grandezza tra 1 e 100 miliardesimi di metro.