Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo all’abolizione del roaming telefonico, il sovrapprezzo che si paga per telefonate, sms e navigazione da e per l’estero. Dal prossimo 15 giugno niente più sorprese o imprevisti quando siamo oltrefrontiera e chiamiamo in Italia, e per chi ci chiama all’estero. Nei giorni scorsi si era paventato un rinvio della scadenza, tutto a vantaggio della voracità delle compagnie telefoniche, ma e’ stato chiarito che si tratta di una possibilità solo per alcuni casi specifici molto rari. Un grande passo avanti per il diritto al consumo in Europa, con le frontiere che crollano davanti ai nuovi mezzi di comunicazione e informazione, a dispregio di quanti vorrebbero erigerle in termini politici ed economici. Una rivoluzione che va avanti e che ci dimostra quali siano i vantaggi per i cittadini consumatori. Lo è stato in passato per tutta la normativa del settore che, se non ci fossero state le direttive europee, avremmo dovuto aspettare chissà quanto per vedere la liberalizzazione oggi in atto nel nostro mercato interno; liberalizzazione senza la quale pagheremmo chissà quanto un telefono o un tablet o un pc, e chissà quanto i costi per usarli e collegarli alle varie reti. Questo è il mercato. Per chi avesse ancora dei dubbi. Dubbi che noi in parte continuiamo ad avere perchè crediamo che debbano essere ancora levati tutti gli ostacoli, si’ che divenga tale a tutti gli effetti. A oggi, l’ostacolo principale non e’ a livello comunitario, ma nazionale. Le sanzioni ai gestori di servizi per le violazioni delle norme, sono ridicole. Sostanzialmente incentivanti le pratiche illecite tipo: attivazioni di servizi non richiesti, cambio di costi di piani tariffari, mancanza di trasparenza dei costi. A fronte di pratiche illecite che al singolo utente costano al massimo poche decine di euro (milioni di guadagni per i gestori, vista la quantità di utenti), i gestori giocano su un doppio binario:
– i costi di tempo e di denaro che ogni singolo utente deve sostenere per rivalersi degli illeciti subiti, spesso superiori agli importi di cui si reclama rimborso, e quindi disincentivanti all’azione;
– lo scarsa entità di valore delle multe inflitte quando l’Autorita’ li sanziona, valore che -quando e se arriva- è molto inferiore ai guadagni fino a quel momento ottenuti con la pratica illecita.
Per ovviare a questo occorre, per esempio, che le sanzioni economiche non siano solo con dei valori assoluti (risibili, come abbiamo visto), ma collegate in percentuale al fatturato di chi mette in atto la pratica illecita. Probabilmente così ci penserebbero un po’ meglio prima di avviare, per esempio, una illecita rimodulazione tariffaria. L’esempio che oggi ci arriva dal Parlamento europeo che ha dato il via libera definitivo all’abolizione del roaming, andrebbe eretto a metodo e considerazione del nostro legislatore. A cui rivolgiamo appello.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc