Facebook, Twitter, YouTube: stop a contenuti offensivi o illegali. Le nuove regole dell’Unione Europea

Materiale mostrato durante la conferenza stampa della polizia postale di Genova nell'ambito di una operazione che ha portato alla denuncia di decine di persone in tutta Italia per aver scaricato on-line film e telefilm coperti dal diritto d'autore, stamani 14 settembre 2010. ANSA/LUCA ZENNARO

L’Unione europea ha raggiunto nella notte l’accordo politico sul Digital Services Act (Dsa), il disegno di legge che impone alle Big Tech una maggiore responsabilità sui contenuti illegali o nocivi che circolano sulle loro piattaforme.   Questo regolamento, unico nel suo genere, costringerà piattaforme come FacebookYouTube o Twitter a moderare i contenuti che ospitano.

“L’accordo odierno sul Dsa è storico. Le nostre nuove regole proteggeranno gli utenti online, garantiranno libertà di espressione e opportunità per le imprese”, sottolinea la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un tweet, aggiungendo che “ciò che è illegale offline sarà effettivamente illegale online nell’Ue”. Si tratta di “un segnale forte per persone, aziende e paesi in tutto il mondo”.

“La DSA è una prima mondiale in termini di regolamentazione digitale”, ha affermato in un comunicato il Consiglio dell’UE, che rappresenta i 27 Stati membri. Il testo “consacra il principio che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online. Mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali e a garantire la tutela dei diritti fondamentali degli utenti”.

Al centro del progetto, nuovi obblighi imposti alle “piattaforme molto grandi”, quelle con “più di 45 milioni di utenti attivi” in UE, ovvero una ventina di aziende, il cui elenco resta da definire ma che includerà Gafam ( Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft), così come Twitter, e probabilmente TikTokZalando o Booking. Questi devono valutare essi stessi i rischi associati all’uso dei loro servizi e mettere in atto i mezzi adeguati per rimuovere i contenuti problematici.

Verrà loro imposta una maggiore trasparenza sui dati e sugli algoritmi di raccomandazione. Saranno verificati una volta all’anno da organismi indipendenti e posti sotto la supervisione della Commissione Europea, che può infliggere sanzioni fino al 6% delle loro vendite annuali in caso di infrazioni ripetute.

 

AGIMEG