La Compagnia Berardi Casolari sarà in scena il 29 agosto al Teatro Abeliano di Bari (ore 21.00) e il 30 e 31 agosto al Festival Castel dei Mondi di Andria presso il CPIA Gino Strada (ore 21.30) con “IO PROVO A VOLARE! omaggio a Domenico Modugno”, testo e regia di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, con Gianfranco Berardi e la partecipazione di Francesco Rina voce solista e chitarra e Bruno Galeone alla fisarmonica.
“Io provo a volare” è una drammaturgia originale, che a partire da cenni biografici di Gianfranco Berardi racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia pronti, sull’onda del mito, ad affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare artisti. Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti da truffaldini incontri che si articola il viaggio fra comici episodi della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane.
La storia vede lo spirito di un custode di un teatrino di provincia che, a mo’ di vecchio capocomico, torna in scena ogni notte, a mezzanotte, in compagnia dei suoi musicisti all’interno del teatro, in cui mosse i primi passi.
Così fra racconto, musica e danza, si rivivono episodi della sua vita: i sogni, gli incontri, gli stages, le prove, la fuga, la scuola, il primo lavoro e l’amaro rientro al paesino, al quale, dopo aver provato tutte le strade possibili, è costretto a tornare.
Ma come se non bastasse, il piccolo e romantico cinema in cui aveva cullato il sogno artistico, non è più quello di una volta. Così per amore dell’arte e della propria felicità, il giovane decide di entrare di nascosto nel teatro e pietra dopo pietra demolirlo.
Il lavoro quindi, utilizzando la figura di Modugno come simulacro, rende omaggio agli sforzi ed al coraggio dei lavoratori in genere e dello spettacolo in particolare, che, spinti da passione, costantemente si lanciano all’avventura in esperienze giudicate poco dignitose, solo perché meno visibili.
Poesia e comicità sono gli ingredienti principali della pièce, che attraverso un uso sui generis della luce trasmette atmosfere emotive, suggestioni e ricordi indimenticabili cercando di risvegliare nel pubblico quel sogno di libertà di cui Modugno si fece portavoce e simbolo.
Confidenze dell’autore/note di regia
Il sogno, la realtà, la percezione dell’uno e dell’altra che ognuno di noi ha e di cui si convince giorno dopo giorno sempre di più.
La presunzione, il cieco perseguimento delle proprie idee, la dura e spesso ipocrita realtà con cui scontrarsi. L’errore, base della ricerca, grande assente in una società che riconosce i prodotti finiti e competitivi piuttosto che i processi con i suoi naturali tempi d’evoluzione.
Il dolore, sola via in grado di consentire uno sviluppo della coscienza, limitata com’è ormai nella nutrizione e costretta ad una condizione di esperienza sempre più veloce e programmata.
Il buio, il mistero, l’ignoto, mete di un individuo, di un me, alla ricerca di un sé perso e confuso nelle mille tentazioni dell’Io. L’Io, il sé, il sogno, la realtà, il teatro, portale del sentire, dell’intuire, canale per diagnosticare e guarire.
E così nasce Io provo a volare, il desiderio di ricostruire dentro di sé, intorno a noi, l’idea di nido per poter planare sicuri verso gioie sconosciute.
Così nasce un’indagine introspettiva che si allarga all’analisi di una condizione diffusa e condivisa; così da spunti autobiografici, biografici e da aneddotica racimolata fra miti, colleghi e coetanei, emerge la volontà di gridare un rifiuto alla propria paura di affrontare il mondo, il desiderio di riconoscersi fragili, soli, la speranza di riscoprirsi onesti innanzitutto con sé stessi “vedere o non vedere, questo è il problema, guardare dritto in faccia la realtà che mi circonda e mi spaventa e affrontarla con coraggio per cercare di cambiare o tenere tutto quanto dietro un velo che mi copre gli occhi ed il cuore e m’impedisce di soffrire?…”
Intanto procediamo: Co.Co.Co., collaborativi in maniera costante e continuata, come il mondo del lavoro cinico ed alienante c’insegna, nel tentativo di ristrutturare il pollaio in cui da tempo svolazziamo tronfi e litigiosi.
COraggiosi, per favore, COstanti e COnvinti per la rivoluzione che porterà a smettere di essere pollastri rantolanti, illusi di volare come falchi nel blu dipinto di blu.
Prossimi impegni della compagnia:
- Dal 1° all’8 settembre la compagnia si sposta a Ruffano in provincia di Lecce per I Figli della Frettolosa. Si tratta della prima tappa del Progetto Welfare affidato dalla Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese e PACT – Polo Arti Cultura e Turismo della Regione Puglia che si svilupperà in quattro province della regione: Crispiano per la provincia di Taranto, Ruffano per Lecce, Mesagne per Brindisi e Bitonto per Bari. I Figli della Frettolosa è uno spettacolo che coinvolge gli abitanti del territorio (ciechi e ipovedenti) in un laboratorio di una settimana per poi prepararli ad andare in scena con la Compagnia. Si tratta, infatti, di un progetto che si propone di valorizzare e rilevare tutti i coinvolgimenti nel sociale della Cultura. Alla fine del Progetto Welfare è prevista anche una pubblicazione sia de “I Figli della Frettolosa” che di “LidOdissea” (l’ultimo spettacolo in ordine cronologico, realizzato dalla compagnia) e ci sarà anche la realizzazione di un documentario.
- In Romania, a Bucarest e Timisoara, Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, dal 4 al 13 ottobre porteranno lo spettacolo e il laboratorio di “Io Provo a Volare – Omaggio a Domenico Modugno”.
- Dal 22 al 27 ottobre, la compagnia sarà a Milano con “In Fondo agli Occhi” (con la regia di César Brie) al Teatro Litta di Milano – MTM: Manifatture Teatrali milanesi.
- Nel 2025 invece riprenderà la tournée di LidOdissea per il quale Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari hanno vinto il Bando Accessibilità con il Ministero della Cultura, che sostiene e incentiva le produzioni di artisti che includono al loro interno persone con disabilità. Lo spettacolo aveva già vinto il bando nel 2023 per la produzione ed aveva debutto in anteprima a Primavera dei Teatri a Castrovillari e in prima nazionale a Bassano del Grappa. Questa seconda edizione del lavoro, prevede la valorizzazione del repertorio della compagnia più il principio di un percorso di studio e di ricerca che porterà alla creazione di un nuovo lavoro.
Estratti recensioni di “Io provo a volare”
Berardi è evocativo, folgorante e dissipatorio, acceso da una luce interiore in cui è artista non vedente. Ripassa il calvario dei poeti di provincia, degli Amleti mancati, dei sognatori respinti dalla città di quelli che provano a volare tornando alle radici, e a tratti pronuncia (o mette in danza) cose altre, ispirate, mentre il mistero è in Berardi. Rodolfo Di Giammarco – La Repubblica
Alla fine lo spettacolo migliore che io abbia visto in Andria non era certo il più innovativo. Era il più gradevole, il più simpatico, il più umanamente vicino al suo pubblico, Io Provo a Volare…i musicisti in scena con Berardi sono bravissimi e quasi incredibile nella vocalità è suo fratello Davide. Franco Cordelli – Il Corriere della Sera
Berardi va a pescare soprattutto nel varietà e nel cabaret, con efficace esagerazione spesso macchiettistica, pensando a Petrolini, Totò, Karl Valentin e Leo De Berardinis e a certe sue allucinate apparizioni. Antonio Audino – Il Sole 24 ore
Il volo di Gianfranco Berardi, attore straordinario, è uno di quei voli quasi rasoterra, che non possono lasciare indifferenti gli spettatori……Questo lavoro che non è solo uno spettacolo teatrale ma un piccolo sogno da regalare al pubblico che c’era e che verrà. È un teatro povero ma vivo. Poesia pura. Francesca De Sanctis – L’Unità
Gianfranco Berardi, sicuramente uno degli astri nascenti del nostro teatro…Era da molto tempo che non vedevo un attor giovane stare in scena con tanta sicurezza e tenere in pugno lo spettatore con tanta beffarda spavalderia ma anche con irresistibile complicità. Marco de Marinis – Cultureteatrali.org
…brilla il filone degli show pugliesi, col nuovissimo Io Provo a Volare in cui Gianfranco Berardi interpreta uno Spirito del Teatro spinto dal suo entusiasmo a risuscitare la orchestraccia che è in scena con il racconto di una vita dedicata al teatro per cui scodella battute dell’Amleto e per l’entusiasmo della sala arriva a identificarsi con Domenico Modugno. Franco Quadri – La Repubblica
Lo spettacolo è accessibile anche a un pubblico di persone cieche e persone sorde, attraverso audiodescrizione e sovra titolatura digitale.