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Carissimi,
l’inizio meteorologico di questo mese è stato contrassegnato da eventi climatici straordinari, che hanno provocato seri danni all’ambiente e alle persone. La pioggia battente e il continuo stato di allerta ha costretto le autorità preposte alla sicurezza ambientale, a chiudere numerose vie di comunicazione, notevolmente danneggiate da frane, smottamenti, esondazioni di corsi d’acqua, che hanno compromesso l’utilizzo di strutture e mezzi di locomozione, oltre a gettare nel panico molte persone.
In questi casi, si parla di eccezionali precipitazioni temporalesche, di imprevedibili bombe d’acqua…, dando così la colpa solo alla natura. Sarebbe, tuttavia, poco onesto non riconoscere, oltre l’eccezionalità delle tempeste, le responsabilità dell’uomo che, imperterrito, continua a non curare e proteggere l’ambiente, nel quale vive, opera e agisce.
È questo un bene collettivo, patrimonio e responsabilità di tutti.
Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio della collettività.
Siamo capaci, ancora e nonostante tutto, di contemplare con stupore quanto ci circonda, di prenderci cura della vita e della bellezza, di riconoscere che siamo profondamente uniti a tutte le creature nel nostro cammino verso la luce infinita?
In tale prospettiva si colloca questa lettera con l’unica finalità di stimolare, attraverso il magistero petrino, una netta presa di coscienza da parte dei cristiani al fine di salvaguardare e proteggere la “casa comune”, secondo l’intuizione di papa Francesco nella Enciclica Laudato si’ del 24.05.2015.
Nel suddetto documento il papa si fa interprete del grido di dolore che si alza da tutta la terra e, nello specifico, al n.2 afferma: Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei (…) La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi (…) Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr. Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.
Nella stessa Enciclica, che in un certo senso costituisce la “Magna Charta” del pontificato bergogliano, Francesco tratteggiava il legame intrinseco fra l’ambiente naturale e la dignità dell’uomo attraverso
- il rispetto per la creazione di Dio: la natura non è solo una risorsa da sfruttare, quanto la meravigliosa opera del Creatore che riflette la sua bontà; riflessione su cui tuona ancora l’eco di San Giovanni Paolo II, la terra non è un bene ereditato dai nostri antenati, ma un prestito dei nostri figli;
- un’ecologia integrale, vale a dire un impegno che collega il rispetto per la natura con la giustizia per i poveri, al fine di costruire una società ove regni la pace;
- un impegno mondiale che metta quale punto all’ordine del giorno il cambiamento climatico con un dibattito onesto e trasparente su questa problematica e coinvolga tutte le nazioni nel condurre politiche serie e responsabili;
- un categorico appello all’azione che abbia il coraggio del cambiamento degli stili di vita consumistici e l’adozione di politiche per la sostenibilità e lo sviluppo di nuove tecnologie che rispettino l’ambiente.
Queste indicazioni non possono lasciare indifferenti. Soprattutto i cristiani hanno l’obbligo morale di proteggere il creato per le generazioni future, cominciando a prendere in seria considerazione le loro azioni quotidiane e il relativo impatto sull’ambiente. La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano, bensì perché la vita umana stessa è un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado.
A dimostrazione di quanto il tema sulla salvaguardia della casa comune sia di vitale importanza nel contesto storico attuale, papa Francesco lo ha ripreso nell’Esortazione Apostolica Laudate Deum del 4 ottobre 2023, facendo quasi un bilancio delle indicazioni proposte otto anni prima nella Laudato si’.
Sin dall’incipit provocatorio che ha per oggetto i destinatari – A tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica– il papa ribadisce che sono in essere politiche sociali disoneste che ampliano le disuguaglianze e accrescono la povertà di molti popoli. Tale situazione ha effetti devastanti sull’intera economia globale che, davanti all’attuale crisi climatica, si ritrova incapace di offrire alternative praticabili. Si rende necessario, quindi, un cambio di rotta che possa fornire strumenti efficaci per fronteggiare i disastri scaturiti dall’incuria dell’ambiente. Il tutto entra in un’ulteriore sinergica precisazione da parte del papa quando sottolinea la stretta relazione che intercorre tra la vita umana con quella degli altri esseri viventi e con l’ambiente (…) perché tutto è collegato e nessuno si salva da solo (Laudate Deum, 19).
In quest’ottica si comprende bene perché Francesco punti molto sulla “Chiesa in uscita”, il popolo santo di Dio composto da uomini e donne fatti di fango e cenere, in cammino sulle orme di Cristo.
E nei membri di questa assemblea non può mancare il dialogo con il mondo e i suoi problemi, un confronto incentrato anche sulla cura per la madre terra e il rispetto del creato.
Basta un uomo buono perché ci sia speranza!
Oggi viviamo in una società pluralista e multiculturale, che richiede ai cristiani un linguaggio nuovo per proporre la fede, in maniera credibile, sui temi più urgenti: famiglia, politiche del lavoro, sessualità, disagio giovanile, etica del potere tecnologico.
Necessita un’attenzione costante e lungimirante al fine di considerare tutti gli aspetti etici implicati, assicurando un dibattito scientifico e sociale che sia responsabile e ampio per poter elaborare un giudizio equilibrato e prudente sulle diverse questioni.
Occorre vincere con fiducia la rassegnazione, certi che i piccoli passi portano a grandi mete, sapendo intrecciare sempre sogni e segni, con sereno equilibrio e fattiva concretezza.
Vivente sia, allora, la nostra speranza; vivente come la sorgente nel deserto e come i rivi d’acqua cristallina delle nostre colline; vivente come il coraggio di chi, pur se ferito, decide ugualmente di impegnarsi e non lascia scoperto il suo servizio alla Chiesa e alla società.
Non protagonismo o propaganda, ma gratuità nella gioia del dono perché è la gratuità che verifica lo zelo, zelo nel cercare il bene comune, nel costruire comunità in unità e corresponsabilità.
Senza queste coordinate, l’essere umano (…) è nudo ed esposto di fronte al suo stesso potere che continua a crescere, senza avere gli strumenti per controllarlo (cfr. Laudate Deum, 24).
L’autentico sviluppo umano possiede un carattere morale e presuppone il pieno rispetto della persona, tenendo conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato (cfr. Giovanni Paolo II, Sollecituto rei socialis, 34).
Gesù viveva in piena armonia con la creazione, e gli altri ne rimanevano stupiti:
Chi è mai costui che perfino i venti e il mare gli obbediscono? (Mt 8,27).
Cari amici,
dopo tutte queste provocazioni in merito alla cura e alla tutela della casa comune, mi permetto di invitarvi a tessere relazioni costruttive e pacifiche con il prossimo, ispirate dai valori democratici del Vangelo della tolleranza, al fine di poter conseguire una pace stabile e duratura.
Riscopriamo la responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena essere buoni e onesti, uscendo dal degrado morale nel quale troppo a lungo abbiamo dimorato prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà.
L’esempio di Teresa di Lisieux ci invita alla pratica della piccola via dell’amore, a non perdere l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso, di un qualsiasi gesto che semini pace e amicizia: un’ecologia integrale è fatta di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento e dell’egoismo e il mondo del consumo esasperato è, al contempo, il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma.
In questo tentativo dobbiamo essere sempre coerenti e credibili, per realizzare una società ove traspaia la civiltà dell’amore. E sulle parole di papa Francesco auguro ogni bene nel Signore:
Signore Dio, Uno e Trino,
comunità stupenda di amore infinito,
insegnaci a contemplarti
nella bellezza dell’universo,
dove tutto ci parla di te.
Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine
per ogni essere che hai creato.
Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti
con tutto ciò che esiste.
Dio d’amore, mostraci il nostro posto
in questo mondo
come strumenti del tuo affetto
per tutti gli esseri di questa terra,
perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te.
Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,
per proteggere ogni vita,
per preparare un futuro migliore,
affinché venga il tuo Regno
di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.
Laudato si’!
Amen.
Ettore Sentimentale
parrocchiamadonnadelcarmelo.it