Radio Zanca – Il Consiglio comunale di Messina necessita oggi di una forte iniezione etica: non si può essere consiglieri a vita. Un indecente sperpero di risorse, che offende poveri, disoccupati e giovani senza lavoro. Arrivano a Palazzo Zanca in bici o a piedi e, dopo qualche anno, te li ritrovi sopra un Suv o una fiammante auto sportiva, con due o tre appartamenti sul groppone. Misteri della fede!
Le cronache in questi anni hanno svelato pranzi e cene a base di ostriche, buoni benzina, soggiorni in hotel a cinque stelle, assunzioni clientelari. Tutto scialacquato con i soldi dei contribuenti. Per migliorare “il rapporto con gli elettori” e “curare il territorio”, dicono. Così al danno si aggiunge la beffa. E allora come difendersi da questi professionisti della poltrona? Come potersi riscattare da una schiavitù? Abbiamo l’occasione di farci “giustizia” con il voto del 12 giugno: apriamo i cassetti e leggiamo gli atti. Scopriremo la peggiore politica, quella senza dignità e credibilità. La politica di questa città necessita oggi di una forte iniezione etica. Con una nuova classe dirigente che non pensi solo a “sistemarsi” o trovare una scappatoia legale per non andare a lavorare.
Chi va a Palazzo Zanca deve “rimetterci”. E non guadagnarci.
Essere un consigliere del Comune di Messina è già un grande onore. Partiamo da qui. Dal voto. Adesso, qualcuno penserà: ma chi crede di essere questo pirla? Sono stato troppo duro con l’amministrazione comunale? Non scrivo per compiacere sindaco e assessori o consiglieri uscenti ma per dire quello che ho visto in questi anni di cronaca “on the road“. Altri giornalisti si regolano diversamente, affari loro.