“Fateli scendere subito!”. Un appello accorato, quasi un urlo quello di un centinaio di cittadini che la sera del 25 giugno si sono ritrovati al presidio organizzato dalla Rete #Restiamoumani #Incontriamoci in piazza Duomo a Catania. Per chiedere la fine del calvario per i 42 migranti a bordo della Sea Watch 3, stremati da 13 giorni in mare a largo di Lampedusa, con l’ostilità manifesta del governo italiano e del ministro Matteo Salvini in particolare. E un ricorso, quello alla Corte europea per i diritti dell”uomo, risoltosi in un nulla di fatto.
“Siamo qui – afferma al megafono Silvia Rapisarda pastora delle chiese Battista di via Capuana e Valdese di via Naumachia a Catania – per smantellare la propaganda che parla di clandestini. No: sono persone alle quali viene negato il diritto di chiedere protezione internazionale, naufraghi. Noi non abbiamo paura di chi viene da altri paesi, ma di chi dice di essere come noi e umilia la nostra coscienza”.
Alfonso Di Stefano della Rete Antirazzista Catanese ricorda come “in questi anni le ONG hanno salvato 10mila persone in mare, nonostante Salvini e una Unione Europea che si riscopre razzista. Cosa possiamo fare ora? Fare proseguiere questo presidio organizzato in poche ore, come lo scorso anno ci siamo ritrovati in in presidio spontaneo al porto quando i migranti erano bloccati a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera”.
Brunilde Zisa, coordinatrice di Emergency a Catania, ricorda che “la chiusura dei porti non sta servendo proprio a nulla, i trafficanti hanno già trovato altre modalità. Mentre le ONG nonostante la criminalizzazione che ne fa Salvini salvano gli esseri umani assicurando loro benessere fisico e psichico”.